Il rinforzo intermittente nella relazione con una persona narcisista patologica

Ecco perché non sai rinunciare al narcisista patologico

“Come hai potuto ridurti così? Mollalo!”, “Non rispondere, cancella il suo numero, bloccalo, scappa!”, “Guarda, se non lo fai non avrò più stima di te…”

Chi ti osserva dall’esterno, non comprende come ti sia potuta ridurre alla stregua di un burattino, alla mercé di una persona che si sta divertendo alle tue spalle.

Si tratta di una vera e propria dipendenza da comprendere e non sottovalutare.

E poiché ci sono alcune analogie con la dipendenza da gioco, vediamole insieme.

Immagina da una parte una persona innamorata, che ha finalmente trovato l’uomo o la donna dei suoi sogni: siamo nella fase del ‘love bombing‘.

Dall’altra un giocatore principiante che, senza crederci troppo, si trova a gioire di una vincita alle slot machine inaspettatamente grande.

Ecco cosa hanno in comune le due situazioni: l’enorme iniezione di euforia.

L’organismo viene pervaso da un’ondata di sostanze chimiche che provocano piacere alla stregua di una droga chimica molto potente.

Ora, sia la persona innamorata che il giocatore cercheranno di replicare quell’estasi.

Ma a un certo punto entrambi non riusciranno più a prevedere quando arriverà di nuovo quella sensazione di ebrezza ed eccitazione.

Sia la slot machine che l’amato diventano assolutamente imprevedibili.

I due ci riprovano ossessivamente, l’uno puntando più soldi, l’altro reagendo alle critiche del narcisista auto-svalutandosi, cercando di accontentarlo in tutti i modi, persino andando contro i propri stessi valori e principi.

L’alternarsi assolutamente imprevedibile di penalizzazione e gratificazione o di arroganza e gentilezza (sempre più rara), sono quel mix di ingredienti alla base di una delle modalità manipolatorie più potenti e devastanti: il rinforzo intermittente.

Lo psicologo Skinner e i suoi collaboratori si accorsero di quanto fosse facile addestrare un topolino ad abbassare una levetta, dandogli in premio del cibo.

Quando i ricercatori provarono a ricompensarlo col cibo ma ad una frequenza del tutto irregolare rispetto alle prime volte, il topolino invece di perdere interesse per la levetta, cominciò a premerla compulsivamente, alla disperata ricerca di quella gratificazione.

Non noti una somiglianza con quello che accade a te, quando controlli ossessivamente il cellulare, aspettando quella goccia di miele come gratificazione?

“E’ online?”, “Da quanto tempo non è online?”,”Mi risponderà?”, “Mi ha chiamato ‘bambolina’, allora mi pensa…”

La dipendenza è bella che servita.

Vorresti disintossicarti, ma ti accorgi purtroppo che da sola non ce la fai.

E ci ricadrai numerose volte prima di chiedere aiuto, perché non sai rinunciare all’idea che lui possa ritornare l’amato che hai conosciuto i primi tempi.

Peccato che fosse solo un bluff!

Buon cammino

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